#BookTag: Harry Potter Spells

Bentornati, cari apprendisti. Oggi è quel giorno del mese in cui parlo degli affari miei rispondendo ai tag cui vengo nominato. Questa volta ne ho scelto uno fresco fresco perché c’è di mezzo la magia e io, essendo il miglior mago sulla piazza, non potevo certo tirarmi indietro. Detto questo, passo a esporre le regole:

  1. Ringraziare il blog che vi ha nominati: in questo caso mi hanno nominato in tre: La Corte, unreliablehero e Lady Fullmetal. Grazie a tutti per avermi pensato!
  2. Inserire l’immagine che trovi qui sopra.
  3. Rispondere alle magiche domande.
  4. Nominare altri cinque blog: ho un po’ di problemi a soddisfare questa richiesta perché credo di essere rimasto l’ultimo fra i blog che conosco a non aver ancora partecipato a questo tag quindi, dopo aver nominato LIBRIRBIL sapendola fan di HP, vado sul lettore per tag di WordPress.com e metto in mezzo gli ultimi quattro blog che hanno parlato di Harry Potter (linkerò la pagina di presentazione e non la home del blog perché spero che in questo modo arrivi la notifica a tutti): Antro del Libro, Hogwatrs is our home…, bibliotecamenteio e a bit(e) of morphine. Ciao! Piacere di conoscervi tutti! Ad ogni modo nessuno è obbligato ad accettare! Fatelo solo se volete farlo, altrimenti fate finta di niente, non mi offendo mica. ^_^

E ora passiamo alle domande.

EXPECTO PATRONUM: un libro infantile che colleghi a ricordi positivi. Cosa intendi esattamente con “infantile”? Che il libro è per bimbi da 4 a 10 anni? O che io l’ho letto quando avevo da 4 a 10 anni? Facciamo che vale la seconda, perché credo di non aver mai letto libri per bambini neanche quando ero bambino. Infatti io, quando ero ancora un ragazzino sbarbatello e senza cappello, leggevo solo Conan Doyle. Un po’ strano per un bambino di quell’età ma quello mi passava il convento per cui non potevo fare altro che accontentarmi. In sostanza era o Conan Doyle o Gramsci, quindi una scelta quasi obbligata. Probabilmente leggevo anche altre cose ma l’unico ricordo di letture che feci in quel periodo sono i pomeriggi assolati passati a leggere i casi di Sherlock Holmes, sdraiato in giardino a petto nudo. Perciò, il libro letto quando ero un pargolo che ricollego a ricordi positivi è Il mastino dei Baskerville (che per la cronaca mi fece cacare sotto).

EXPELLIARMUS: un libro che ti ha sorpreso positivamente. Io cerco sempre di leggere cose che mi interessano e che sono certo (la maggior parte delle volte, poi le delusioni ci sono sempre) che mi piacerà. Per trovare qualche libro da cui non mi aspettavo nulla devo ricorrere ai tempi della scuola, quando la professoressa di italiano ci dava un mucchio di libri da leggere sia durante il periodo scolastico sia durante le vacanze estive e natalizie. Fra questi figura anche Il fu Mattia Pascal di Pirandello. Le lessi per imposizione e mi piacque molto. Al tempo non leggevo che sporadicamente e consideravo Pirandello come uno scrittore pesante e difficile da capire. Invece non è pesante per niente (anche se resto dell’idea che non sia semplicissimo da capire). Eh già, mi ha sorpreso positivamente.

PRIOR INCANTATO: il libro che hai letto più di recente. Nel momento in cui scrivo questo articolo, l’ultimo libro letto è La ragazza di fuoco di Suzanne Collins, il secondo libro della Hunger Games Trilogy (e lo dico in inglese perché è più cool). Probabilmente nel momento in cui pubblicherò effettivamente l’articolo avrò letto anche altri due libri che ho cominciato da qualche giorno e dei quali mi mancano ormai poche pagine per finire entrambi. Ad ogni modo, ho letto il primo libro della trilogia di Hunger Games da un pezzo e avevo intenzione di farci una recensione, ma gli impegni si accavallano, il tempo passa, e ho finito il secondo che ancora devo iniziare a scrivere la recensione del primo. Ottimo! ^_^

ALOHOMORA: un libro che ti ha introdotto a un genere che prima non consideravi. Sicuramente Uccelli da preda di Wilbur Smith. Il libro parla di viaggi per mare, pirati, battaglie navali e vita marinaresca. Poi c’è anche un trama ma non è importante (almeno non per questa domanda/incantesimo). Il punto è che mi sono innamorato della vita per mare. Uccelli da preda, regalo fatto a chissà chi da non so chi, giaceva impolverato su uno scaffale da tempo quando lo presi in mancanza di altre letture e scoprì un genere (o forse sarebbe meglio dire sotto-genere) nel quale non mi ero mai imbattuto prima: il genere marinaresco. Ed è stato amore a prima vista.

RIDDIKULUS: un libro che ti ha fatto ridere. Generalmente non leggo libri comici perché non li trovo quasi mai divertenti. Al contrario, i libri che mi fanno ridere non sono affatto comici e mi strappano una risata o due a fronte di cinquecento pagine serissime. Però Il manuale del vero automobilista di Gioele Dix mi ha fatto davvero ridere di gusto. Dix è uno dei pochi comici italiani che quando sale sul palco mi fa ancora ridere. È vero che interpreta lo stesso personaggio da anni ormai, ma è comunque più divertente di tutti quelli che calcano il palco di Colorado e che riesumano battute che sono in circolazione da cinquant’anni (e che non sono più originali da quaranta e simpatiche da trenta). Ma non posso passare alla prossima domanda/incantesimo senza avervi prima fatto leggere un estratto dal libro. Questa è la prefazione (che riporto per intero):

Dedico questo manuale a tutti.
Dedicandolo a tutti – ho pensato – non faccio torto a nessuno.
Tuttavia – ho anche pensato – non tutti sapranno che farsene di questo manuale. C’è sicuramente qualcuno al quale questo manuale proprio non interesserà. Molte persone, infatti, detestano i manuali in genere. Io per primo.
Ho perciò piena comprensione per coloro che dovessero detestare anche questo manuale. Per ovvie ragioni, d’altronde, questo manuale io proprio non posso detestarlo. Non posso perché non voglio.
E allora – ho di nuovo pensato (ed è impressionante quanto io pensi) – perché se posso non detestare questo manuale io che per primo detesto i manuali in genere, non potrebbero non detestarlo anche gli altri?

Con questa prefazione, mi piacerebbe proprio convincere i detestatori di manuali a non voler detestare anche questo.
Sarò estremamente franco: mi accontenterei che detestassero anche questo manuale, ma soltanto dopo averlo letto. E quando dico “dopo averlo letto”, intendo “dopo averlo comperato”.
Non chiedo poi gran che, in fondo: detestatelo pure, ma datemi la consolazione di un riscontro economico. Così, voi vi tenete il vostro odio per i manuali e io mi tengo i vostri soldi. E magari, la prossima volta, scrivo un romanzo ambientato nel mondo dei letterati arricchiti dai facili guadagni.
A pensarci bene, però, non ha molto senso dedicare la prefazione di un manuale a coloro che non lo leggeranno, o a coloro che lo detesteranno subito dopo averlo letto.
Anche perché voi che invece lo avete comperato volentieri e state leggendo questa prefazione con interesse, potreste prendervela a male e cercare di rendere il manuale, oppure di scambiarlo, magari con un altro manuale più attento e cortese coi i suoi veri o potenziali lettori.
Non c’è niente di male. Ricomincio da capo.

Dedico questo manuale a tutti voi.
Sì, proprio a voi che lo avete entusiasticamente comperato e che ora state leggendo questa prefazione. Vi ringrazio per il gesto così civile e generoso.
Se vi è stato regalato da altri, ringrazio con altrettanto calore questi altri che non ho il piacere di conoscere (spero comunque che almeno voi li abbiate ringraziati e che vi ricordiate di sdebitarvi alla prima occasione).
Ora, però, devo salutarvi perché se perdo troppo tempo sulla prefazione, non me ne resta a sufficienza per scrivere il manuale vero e proprio. E ci tengo davvero a scriverlo. Come dite? Credevate l’avessi già scritto? Avete sempre pensato che le prefazioni si scrivessero dopo aver scritto tutto il resto?
Non posso crederci.
Davvero pensavate che le prefazioni si scrivessero dopo e non prima?
Non posso crederci.
Scusate, ma se si tratta di una prefazione, come si fa a scriverla dopo? È molto più logico scriverla prima, non vi pare?
Non vi pare.
Mah…
Sapete che mi avete messo il dubbio? Può anche essere che la prefazione vada scritta “a posteriori”…
Maledizione, vedete come si fa presto a fare gli errori, anche gravi? Sarà la mancanza di abitudine: è la prima volta che scrivo un manuale.
Oddio, visto che non ho nemmeno cominciato a scriverlo, proprio la prima volta non è. Caso mai è l’esatto contrario: è una vita che sono abituato a non scrivere manuali.

Taglio la testa al toro: sospendo questa prefazione e mi metto a scrivere il manuale.
Sì, è meglio così.
Anche perché, dopo averlo scritto, saprò con certezza di che cosa tratta. E sapendo di che tratta, saprò bene a chi dedicarlo. Sì, farò proprio così.

Come dite? Volevate leggere la prefazione per sapere se è un manuale che può interessarvi? Ma se vi ho detto che non l’ho ancora scritto!
Quello che vi posso garantire è che a me preme davvero scriverlo. E anche all’Editore preme. Anzi, l’Editore preme. Che io lo scriva. E che voi lo compriate.
(Detto fra noi, all’Editore l’idea del manuale non piace affatto. Detesta i manuali. Detesta tutti i libri. Non legge mai. Il suo motto è: “i libri non sono affatto da leggere, sono da vendere”).

Vi abbraccio forte e ci risentiamo. Al limite faccio una postfazione, d’accordo? Lasciate solo che vi dia un consiglio: se dovesse mai capitarvi di scrivere un manuale, non scrivete la prefazione. Né prima, né dopo averlo scritto. È un impiccio inutile.
Una cosa è certa, comunque: se voi mai scriverete un manuale, io mai lo leggerò.
Detesto i manuali.

Gioele Dix

Semplicemente geniale.

SONORUS: un libro che pensi tutti dovrebbero conoscere. Mi stai chiedendo il titolo di un libro semi-sconosciuto che io ho letto e che mi è piaciuto ma che non ha avuto molta fortuna in fatto di vendite, corretto? Ma lo sappiamo tutti che io sono un paraculo e tendo a rigirarmi le domande in modo che mi sia più comodo rispondere. E infatti rivolto anche questa domanda e dico il titolo di un libro di un autore molto famoso ma che nessuno si prende la briga di leggere (tecnicamente rientra nella zona d’interesse della domanda, quindi ho risposto bene U.U). E dico Il Principe di Machiavelli. Mi sento di consigliare questo libro a tutti coloro che hanno intenzione di scrivere un romanzo storico o fantasy ambientato in qualsiasi periodo storico perché il libellum scritto da Machiavelli è pieno di consigli per un buono principe/re/governatore affinché egli possa governare il proprio territorio al meglio. I consigli sono molti, ben approfonditi, contestualizzati e molto vari e spaziano da come gestire una città a come comportarsi nei confronti del proprio popolo, da come relazionarsi con gli altri re a come gestire un esercito, e tante altre informazioni essenziali. Mi è bastato leggere questo libro per vedere quanto siano sbagliate e controproducenti alcune scelte fatte dai re nei romanzi fantasy (scelte che al contrario vengono definite geniali dai personaggi del romanzo e dal narratore stesso ma che alla fine geniali non sono). Qui volevo approfondire parecchio l’argomento e fare anche dei paragoni con L’arte delle guerra ma stava venendo una risposta troppo lunga e che c’entrava ben poco con la domanda/incantesimo e ho lasciato perdere. Siccome mi sembra di aver trovato uno spunto molto buono di cui mi piacerebbe parlare, rimando il confronto fra Machiavelli e Sun Tzu a un altro articolo.

OBLIVIATE: un libro che vorresti dimenticare di aver letto. Un paio di risposte più in alto, ho detto di essere rimasto incantato da Uccelli da preda di Wilbur Smith. Mi era piaciuto al punto che, appena finito di leggerlo,  andai in libreria a comprare il seguito (prima di finire di leggere Uccelli da preda mi era fatto un giretto su Wikipedia e scoprii che Uccelli da preda è il primo di una trilogia). Non trovandolo mi ubriacai tornai al castello, affranto. Tempo dopo, circa un mese, girovagando come uno spettro per la biblioteca del mio paese (perché in quella biblioteca possono entrare solo gli spettri e la polvere) trovai Monsone di Wilbur Smith, seguito diretto di Uccelli da preda. Lo presi e iniziai a leggerlo la sera stessa. Era uno schifo immane. Il protagonista era il Gary Stue più Gary Stue mai visto: non solo è nobile, bello e intelligente, ma è anche molto maturo per aver la sua età, a sedici anni ha fatto sesso con tutte le contadine 13-20 della sua zona (non so perché l’autore si sia soffermato così tanto su questo particolare ma l’ha fatto), è bravissimo a combattere, a mentire, a improvvisare, ha la parlantina, tutti lo prendono immediatamente in simpatia, le donne si innamorano perdutamente di lui al primo sguardo. Il primo giorno che si imbarcano su una nave, mentre il fratello sfigato vomita l’anima dalla murata, Gary si arrampica sulle sartie meglio dei mariani che hanno passato la vita in mare. A un certo punto Smith si inventa anche di far morire il capitano (padre del Gary Stue) in un modo molto Deus Ex Machina affinché Gary diventi capitano. Un ragazzino di sedici anni appena salito su una nave diventa capitano e tutti i marinai l’accettano come superiore con gioia. Sicuro, come no. Un po’ troppo, non vi pare?

IMPERIO: un libro che hai dovuto leggere per scuola. Per rimanere in tema marinaresco dico Terra ferma di Matilde Asensi. Ammetto che non lo ricordo bene, lo lessi troppi anni fa, ma mi piacque. Parla del viaggio pieno di intoppi di una donna che deve raggiungere le Americhe per sposarsi. Un romanzo semplice, breve, che intrattiene. Una buona lettura. Ma non me lo ricordo bene per cui non saprei che altro dirvi. La particolarità è che la protagonista, essendo donna, è costretta a travestirsi da uomo perché le donne fanno una brutta fine in mare. E se non sbaglio a un certo punto si ritrova anche su un’isola abbandonata, tipo Robinson Crusoe. Se vi ha incuriosito vi linko la pagina wiki (QUI) così potete saperne di più.

CRUCIO: un libro che ti ha fatto soffrire. Il secondo volume di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. I protagonisti vengono continuamente picchiati, umiliati, torturati e derisi (e probabilmente Martin è sadico e lo fa perché lo trova divertente). È risaputo che facendo soffrire il personaggio si aumenta l’empatia fra il lettore e il personaggio stesso, ma credo che Martin esageri. Ci sono interi capitoli nei quali avviene solo un dialogo interessante o una scena di un paio di pagine mentre per tutto il resto del capitolo vediamo solamente il protagonista che viene maltrattato. Non ne capisco il senso (a parte l’ovvia intenzione di allungare il più possibile il romanzo). Leggere Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco è una sofferenza continua.

GEMINIO: un libro di cui hai più di una copia. Essendo io uno spilorcio, sto molto attento a ciò che compro perciò non ho libri doppi. Tuttavia ho voluto cercare per scrupolo se avessi inavvertitamente comprato due copie dello stesso libro, magari ad anni di distanza l’uno dall’altro e magari riposti su due ripiani diversi in due stanze diverse in due piani diversi. Ho cercato parecchio fra i vari scaffali e alla fine ho trovato il doppione: Parola di Giobbe di Giobbe Covatta, altro libro spassosissimo, una sorta di rivisitazione umoristica delle Bibbia fatta da Giobbe Covatta. Ce l’ho in versione hardcover e in versione economica. In realtà, non è che l’ho proprio trovati entrambi. Mi sono ricordato di averne due nel momento in cui ho trovato il primo. Però ho cercato il secondo ovunque senza trovarlo. Poi mi sono anche ricordato di aver prestato il secondo, e ciò è male perché significa che il furfante non l’ha più restituito. Il problema più grande ora è che non so a chi scagliare la fattura perché non ricordo a chi l’ho prestato. E anche ciò è male.

JELLYLEGS JINX: un amore romantico che ti ha fatto tremare le gambe. La storia d’amore fra Sherlock Holmes e Irene Adler va bene? In realtà non è esattamente una storia d’amore perché i due si incontrano solo un paio di volte in tutto e gli incontri che hanno non sono neanche lontanamente romantici. Però ho adorato l’idea alla base del loro rapporto: Irene è una donna molto bella e estremamente astuta, tanto da essere riuscita a mettere nel sacco Sherlock durante uno dei suoi casi (Uno scandalo in Boemia, uno fra i racconti più famosi). Sherlock aveva espresso più volte nei racconti precedenti la sua avversione per i sentimenti, che trova inutili e fuorvianti, soprattutto l’amore, e ha anche un certo disprezzo per le donne in generale. Ma con Irene è diverso, Irene è LOVE. Watson ci tiene a sottolineare che Sherlock prova per Irene soltanto una profonda ammirazione. Ma non ci crede nessuno. Irene è l’unica donna che ha fatto perdere la testa a Sherlock. E vedere il granitico e invincibile Sherlock vacillare per una donna che l’ha superato in astuzia è una cosa che mi ha colpito. Nei racconti apocrifi Irene è diventato un personaggio ricorrente e l’amore di Sherlock verso di lei viene accentuato, però si tratta di racconti che non sono stati scritti da Sir Arthur quindi non sono canonici e non vanno presi in considerazione.

E questa era l’ultima domanda/incantesimo. Come al solito è venuto un malloppone di tremila parole e come al solito ci ho messo una settimana a scriverlo. Dovrei fare qualche incantesimo per diluire lo scorrere del tempo. Non è male come idea, sapete? Credo che andrò in biblioteca a fare delle ricerche a proposito. Ci vediamo al prossimo articolo. Ciao!

SEE YOU AMAZING WIZARD…

15 pensieri su “#BookTag: Harry Potter Spells

  1. Davvero belle risposte **
    Anche io per infantile ho inteso “libro letto da piccola” e non un libro stupido xD
    Adoro Pirandello anche se personalmente apprezzo molto di più le sue novelle. Le trovo più efficaci dei romanzi ^^
    Ho apprezzato molto il paragone che hai fatto fra Machiavelli e Sun Tzu! Sono ben curiosa di leggere un articolo a riguardo 😀
    Saluti ^^

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    • Sono contento che apprezzi la mia scelta, i due sono praticamente fatti l’uno per l’altra (anche se ora è il fanboy che è in me a parlare).

      E sono anche contento che apprezzi la mia ironia. Cerco di essere ironico per sdrammatizzare un po’, perché altrimenti con post di tremila parola i lettori mi si impiccano!

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